mercoledì 25 febbraio 2009

Come respiriamo ????



Video della casa editrice Zanichelli

martedì 24 febbraio 2009

Atmosfera.



L'atmosfera è una componente essenziale per la vita sulla Terra poiché contiene l'ossigeno necessario alla respirazione degli organismi viventi. Inoltre funziona da filtro delle radiazioni nocive provenienti dal Sole, riflettendole e impedendo loro di raggiungere il suolo, e consente alla superficie terrestre di mantenere una temperatura adatta alla vita di piante ed animali. L'atmosfera è anche la sede dei principali fenomeni meteorologici (vento, pioggia, neve, ecc.), che nel loro insieme costituiscono il clima.
Composizione
L'aria che respiriamo è costituita da un miscuglio di particelle solide e liquide sospese in un mezzo gassoso (vedi grafico), costituito a sua volta da:
• ossigeno (O2), (20,95% in volume) quasi interamente di origine biologica, prodotto da organismi autotrofi (vegetali) grazie alla fotosintesi clorofilliana;
• anidride carbonica (CO2) (in percentuale variabile) di origine naturale e antropogenica (ovvero generata dalle attività svolte dall'uomo: combustioni);
• acqua (H2O), (in percentuale variabile) che nell'atmosfera può trovarsi sotto forma di vapore, oppure allo stato liquido o solido;
• azoto (N2), pari al 78% in volume e argon (A) pari allo 0,93% in volume;
• altri gas come neon, kripton, xenon, idrogeno, ed altri ancora, che nell'insieme costituiscono solo lo 0,01% in volume dell'atmosfera. Le particelle solide e liquide (polveri varie, spore, pollini, ecc.) sono presenti in quantità ridotte e sono caratterizzate da dimensioni, caratteristiche fisiche e chimiche variabili. (Vedi immagine) 
Origine dell’atmosfera
L'atmosfera attuale della Terra, così come quella di altri pianeti, ha un'origine poco conosciuta.  Potrebbe essersi formata durante l'aggregazione del pianeta oppure nel corso di eventi catastrofici o, magari, lentamente e in modo continuo nel volgere dei tempi geologici. Secondo le ipotesi più recenti, l'azoto, l'anidride carbonica e il vapore acqueo presenti nella composizione attuale dell'atmosfera sono attribuibili ad attività vulcaniche ed a reazioni chimiche avvenute attorno a 3,8 miliardi di anni fa, quando la Terra aveva già una crosta superficiale e la sua temperatura era sufficientemente bassa da impedire che i gas, provenienti dall'interno del pianeta, si disperdessero nello spazio. Si ritiene che l'ossigeno si sia formato in un secondo momento, sia per decomposizione del vapore acqueo sotto l'azione di scariche elettriche e della radiazione solare nell'alta atmosfera, sia dall'anidride carbonica atmosferica attraverso la fotosintesi clorofilliana, divenuta attiva dopo la comparsa sulla Terra dei primi organismi autotrofi (i vegetali).

giovedì 19 febbraio 2009



lavoro personale di Marco pretelli della prima C bravo!!!!!!!!!!!!!!!

mercoledì 18 febbraio 2009



lavoro personale di Marco Pretelli I° c (cliccare per avere la versione ingrandita)


lavoro personale di Marco Pretelli I° c (cliccare per avere la versione ingrandita)



lavoro personale di matteo curci(cliccare per avere la versione ingrandita) bravo!

fasi di potabilizzazione




Bravo matteo!!!! lavoro personale di matteo Curci! fatto con impegnio(cloccare sopra per avere la versione ingrandita)

lunedì 16 febbraio 2009

Impianto di potabilizzazione domestico



Lavoro realizzato da Tommaso Serni 1 C a presto la relazione tecnica

giovedì 12 febbraio 2009

Impianto di potabilizzazione in 3D



Elaborazioni di Marco Pretelli 1 C
allievo sempre attivo

(cliccare sopra per avere la versione ingrandita)

Il bacino idrografico dell'Arno



Per approfondire alcuni link interessanti della scuola I.I.S. Leonardo da Vinci - Firenze

IL RISCHIO NATURALE A FIRENZE
Il bacino idrografico dell'Arno

Bilancino: Magia chimica di un Lago



Per approfondire alcuni link interessanti della scuola I.I.S. Leonardo da Vinci - Firenze

Bilancino: Magia chimica di un Lago

mercoledì 11 febbraio 2009

Ciclo dell'acqua



di Marco Pretelli

(cliccare sopra per avere la versione ingrandita)

Onde




Lavori in 3 D di Marco Pretelli 1 C
L'allievo promette bene.

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Impianto di potabilizzazione dell'acqua...








Lavori personali di Marco Pretelli I°c
realizzati con sketchUp un programma per disegnare oggetti in 3D dimensioni...
(cliccare sopra per avere la versione ingrandita)

giovedì 5 febbraio 2009

La flotta delle papere di gomma


I giocattoli di gomma sono caduti nel 1992 da un cargo nel Pacifico
Hanno percorso migliaia di km. Sono diventate oggetti da collezione e hanno favorito nuovi studi sulle correnti marine
LONDRA - Una flotta di quasi 30mila paperelle di gomma sta puntando verso le coste dell’Inghilterra. I primi sbarchi sono previsti entro i prossimi due mesi, dopo un viaggio di oltre 27mila chilometri, durato ben 15 anni e mezzo. Era, infatti, la fine di gennaio del 1992 quando la nave cargo che trasportava questi “Friendly Floatees” perse il suo colorato carico di pennuti di gomma (ma c’erano anche tartarughe, castori e rane) in pieno Oceano Pacifico a causa di una tempesta. La spedizione, appena uscita da una fabbrica di Hong Kong, era destinata alla “The First Years Inc.” di Tacoma, Washington, ma tre containers finirono in mare aperto e, rompendosi a contatto con l’acqua, liberarono i 30 mila animaletti di plastica e gomma che di solito fanno compagnia ai bambini durante il bagnetto e che da allora stanno, invece, vagando per il globo seguendo le correnti marine. Ma non sono soli in questo viaggio.
MONITORAGGIO - Dalla sua base di Seattle, infatti, l’oceanografo americano Curtis Ebbesmeyer (in foto) li ha tenuti costantemente monitorati, seguendone gli spostamenti sulla cartina geografica e ricostruendo tutto il percorso compiuto fino ad oggi. Stando allo studioso, che al progetto sta dedicando gli anni della sua pensione, una volta finita nell’oceano, l’armata delle paperelle si sarebbe divisa: due terzi avrebbero puntato decise verso sud e, oltrepassati i tropici, sarebbero finite sulle spiagge dell’Indonesia, dell’Australia e del Sud America.
UN MIGLIO AL GIORNO - Altre 10mila circa sono invece state spinte a nord e quelle che sono riuscite a passare attraverso lo Stretto di Bering (che divide la Russia dall’Alaska), “sopravvivendo” alle gelide correnti del circolo polare e alle collisioni con qualche iceberg modello Titanic, dopo otto anni sono finalmente arrivate nell’oceano Atlantico, viaggiando alla velocità di un miglio (poco più di un chilometro e mezzo) al giorno. Era, infatti, il 2000 quando i primi “Friendly Floatees” vennero avvistati nelle fredde acque dell’Atlantico del nord: impossibile confonderli, anche perché avevano la scritta “The First Years” ben visibile.
TAGLIA DI 100 DOLLARI - Da qui, nel 2003, l’idea dell’azienda americana di mettere una “taglia” di 100 dollari (circa 75 euro) sulle paperelle. Chiunque ne avesse trovata una originale e l’avesse spedita al quartier generale di Tacoma, avrebbe ricevuto il denaro in cambio. Ovviamente, con il passare degli anni, il sole e il sale dell’acqua hanno scolorito il giallo delle papere (ma anche il blu delle tartarughe, il verde delle rane e il rosso dei castori), come pure il “marchio di fabbrica” della casa madre, ma riuscire ad individuarle dovrebbe sempre risultare abbastanza semplice. Ecco perchè Ebbesmeyer allerta i “cacciatori” inglesi: «Stando ai miei calcoli – ha detto al “Daily Mail” - nei prossimi due mesi le papere dovrebbero invadere le coste dell’Inghilterra. Penso che le prime ad essere interessate saranno le spiagge della Cornovaglia e quelle dell’Irlanda del sud».
MANIE DA COLLEZIONISTI E RICERCHE SCIENTIFICHE - Oggi la saga delle paperelle scampate alla tempesta non è solo finita in due libri per bambini, ma ha anche stuzzicato l’interesse dei collezionisti di tutto il mondo, disposti a pagare oltre 740 euro per quei buffi naufraghi di plastica colorata. Al di là dell’aspetto ludico o commerciale, però, la storia di questo viaggio globale che dura da tre lustri ha permesso agli esperti di studiare i cambiamenti climatici del globo. Conferma Simon Boxall, del Centro nazionale Oceanografico di Southampton, al Times: «Seguendo le papere di gomma attorno al mondo, abbiamo tracciato il percorso delle correnti, che sono quelle che determinano poi il clima e visto che la plastica può durare 100 anni, la nostra speranza è che questa avventura possa continuare ancora a lungo. Per questo, invitiamo tutti i vacanzieri a tenere gli occhi bene aperti quando sono in mare».
Simona Marchetti Fonte: Il Corriere della Sera.it
Giugno 2007

Il fiume

è un corso d'acqua che si forma generalmente in aree montuose e defluisce verso quote più basse. L'acqua di un fiume scorre in un canale naturale che viene detto alveo: questo è modellato secondo forme e dimensioni varie, ed è formato da materiali differenti. Un fiume può avere origine ed essere alimentato da acque sotterranee (comprese quelle che escono in superficie dando origine alle sorgenti) o da acque superficiali meteoriche (derivanti dalla pioggia o dalla fusione di neve e ghiaccio). La maggioranza dei fiumi confluisce in un altro fiume o sfocia nel mare o in un lago, ma ve ne sono alcuni che vengono assorbiti dal terreno, continuando a scorrere nel sottosuolo, o che evaporano prima di raggiungere la foce.
Si chiama bacino imbrifero o idrografico di un fiume tutto il territorio che convoglia le acque superficiali verso di esso. La linea ideale che congiunge le cime dei monti che separano due bacini idrografici adiacenti è detta linea dello spartiacque.
Un bacino idrografico comprende anche bacini minori costituiti dagli affluenti, che sono corsi d’acqua secondari che si versano in quello principale. Quando un bacino idrografico è alimentato, oltre che dalle acque meteoriche che cadono all’interno di esso anche da acque sotterranee viene chiamato bacino idrogeologico.
La quantità d'acqua che un fiume convoglia annualmente alla sua foce prende il nome di deflusso superficiale. Il deflusso superficiale di un fiume è sempre minore della quantità d'acqua che cade nello stesso periodo di tempo nel bacino idrografico e che prende il nome di afflusso meteorico. la differenza è dovuta al fatto che parte dell'acqua evapora, altra viene trattenuta dai ghiacciai e dalla vegetazione e altra si infiltra direttamente nel sottosuolo.
La pendenza (o gradiente) dipende dalla morfologia del territorio attraversato e dalla sua lunghezza.
La velocità della corrente è un elemento importante perché da essa dipendono la forza erosiva di e la capacità di trasporto. La velocità di un fiume dipende dalla pendenza e dalla morfologia dell'alveo e non è costante in tutta la sua sezione: i valori massimi si raggiungono normalmente al centro della corrente mentre nelle anse la velocità massima si registra sul lato esterno della curva, la minima sul lato interno.
La portata indica la quantità d’acqua, misurata in m3, che in ogni secondo passa attraverso una sezione trasversale del corso d’acqua. La portata è direttamente proporzionale all’ampiezza della sezione e alla velocità dell’acqua e varia nel tempo e nello spazio. La variazione nel tempo è evidente durante o immediatamente dopo un acquazzone quando il deflusso superficiale che si forma nel bacino di drenaggio aumenta la portata del fiume.
La variazione nello spazio è dovuta al fatto che il fiume aumenta la sua portata scorrendo verso valle, poiché raccoglie sempre più acqua dal bacino di drenaggio e dai suoi affluenti.
Per un dato corso d’acqua è possibile distinguere una portata minima o portata di magra, una portata media e una portata massima o di piena.
Una portata di piena si verifica quando un fiume riceve una quantità d’acqua molto superiore alla norma; le piene possono essere anche furiose e devastanti. Spesso si verificano degli straripamenti e le acque fuoriescono dall'alveo riversandosi nella pianura circostante (golena o alveo di piena).
Il greto è la porzione di alveo che resta libera dalle acque nei periodi di magra, ma che è di norma interessato dalla corrente quando il livello del fiume cresce.
Il regime indica la variazione di portata di un fiume determinata dalle magre e dalle piene. In base al regime si distinguono fiumi a regime costante e fiumi a regime torrentizio o torrenti. I fiumi a regime costante sono caratterizzati dal fatto di non avere grandi oscillazioni nella portata d’acqua.

mercoledì 4 febbraio 2009

Proprietà dell'acqua



Ottimo video, da non perdere.