venerdì 17 ottobre 2008

Vivere più semplicemente


Il nostro compito è guardare al mondo intero. Occorre vivere più semplicemente per permettere agli altri semplicemente di vivere.
Ernst Friedrich Schumacher

giovedì 16 ottobre 2008

Pianeta Galileo


Il power point con le slide della conferenza "Un pianeta che cambia?", tenuta nell'ambito di Pianeta Galileo presso la nostra scuola dal Prof. Chelazzi, sono scaricabili dal nuovo sito della scuola alla pagina:

http://www.is-leonardodavinci.firenze.scuolaeservizi.it/download/Chelazzi_Pianeta_Galileo_2008.ppt

lunedì 13 ottobre 2008

La misura del tempo.


Poiché quello che definiamo tempo è una successione illimitata di istanti, misurare il tempo equivale a confrontare la durata di un fenomeno con la durata di un intervallo definito come campione. I cicli naturali fondamentali sui quali si è iniziato a contare il tempo sono l'alternanza del giorno e della notte (ogni giorno), la lunazione (ogni mese) e il succedersi delle medesime stagioni (ogni anno). Osservando questi cicli periodici l'uomo ha scelto una serie di intervalli sia per suddividere il giorno (ore, minuti e secondi) che per raggruppare giorni (settimane e decadi) e anni (lustri, decenni, secoli e millenni).
Per la scienza, che ha bisogno di una precisione maggiore rispetto a quanto è necessario per la vita comune, l'unità fisica fondamentale di misura del tempo nel Sistema Internazionale è il secondo, non più legato ai moti irregolari della Terra rispetto al Sole: definito nel 1820 come la 86.400-esima parte del giorno solare medio, nel 1960 fu definito come la 31.556.925,9747 parte dell'anno tropico 1900, e nel 1972 è stato definito in relazione alle oscillazioni atomiche come "la durata di 9.192.631.770 cicli di radiazione corrispondenti alla transizione fra due livelli iperfini dello stato di base dell'atomo di Cesio 133".

Il giorno (dal latino diurnum, che significa "che appartiene alla luce") è l'unità di misura fondamentale del tempo derivante dal moto di rotazione della Terra intorno al proprio asse, che provoca il succedersi di luce e buio. Nel suo cammino apparente il Sole si sposta sempre in direzione oraria sorgendo ad est e tramontando ad ovest. Si definisce giorno solare l'intervallo di tempo che trascorre tra due passaggi del Sole sullo stesso meridiano (di solito si prende il meridiano verticale che passa per il punto Sud, al mezzogiorno) ed ha una durata di circa 24 ore, anche se in estate è leggermente più corto che in inverno. Il giorno solare medio è la media costante dei giorni solari di un anno, ed è stata presa come unità di misura fondamentale per la vita civile (quando di parla di durata in giorni si sottointende giorni solari medi). A causa della rotazione terrestre anche le stelle compiono un moto apparente intorno ad un punto molto vicino alla Stella Polare, e si chiama giorno siderale l'intervallo di tempo compreso tra due passaggi di una stella allo stesso meridiano. Il giorno siderale ha una durata costante di 23 ore, 56 minuti e 4 secondi: il motivo per cui il giorno solare è più lungo deriva dal moto annuo di rivoluzione della Terra, dato che il Sole deve recuperare i 4 minuti che nel suo moto apparente annuo perde ogni giorno rispetto alle stelle fisse.


L'anno (dalla radice indoeuropea AT, che significa "ruotare") è un'unità di misura del tempo derivante dal moto di rivoluzione della Terra intorno al Sole, che provoca il succedersi delle stagioni. Nel suo cammino apparente il Sole ogni giorno si sposta di circa quattro minuti in direzione antioraria. Si definisce anno tropico (o anno solare) l'intervallo di tempo tra due passaggi consecutivi del Sole all'equinozio di primavera ed ha una durata di 365 giorni 5 ore 48 minuti e 46 secondi. Se si prendono come riferimento le stelle fisse si ha l'anno siderale, che corrisponde all'intervallo tra due passaggi consecutivi del Sole per lo stesso punto della sfera celeste (le cui coordinate sono riferite alle stelle fisse), e che ha una durata di 365 giorni, 6 ore, 9 minuti e 10 secondi. La differenza deriva dal moto di precessione degli equinozi, per cui il punto corrispondente all'equinozio di primavera non è fisso, ma si sposta all'indietro accorciando l'anno solare di oltre 20 minuti. L'anno civile, necessaria approssimazione dell'anno solare per regolare le attività civili, è invece costituito di 365 giorni, equivalenti a 31.536.000 secondi. L'anno bisestile contiene 366 giorni e fu introdotto nel calendario Giuliano per recuperare le frazioni di giorno perse annualmente.

Il mese (dalla radice indoeuropea ME, che significa "misurare") è un'unità di misura del tempo derivante dal moto di rivoluzione della Luna intorno alla Terra, che provoca il succedersi delle fasi lunari. Il mese sinodico è l'intervallo di tempo tra due noviluni consecutivi (lunazione), che in media dura 29 giorni, 12 ore, 44 minuti e 3 secondi. Prendendo come riferimento le stelle fisse, il mese siderale corrisponde all'intervallo tra due passaggi consecutivi della Luna per lo stesso punto della sfera celeste, ed ha una durata di 27 giorni, 7 ore, 43 minuti e 11 secondi.
Per la gestione delle attività giornaliere il giorno è stato fin dall'antichità diviso in parti dette ore, contate inizialmente dal tramonto del Sole.
In seguito le ore furono divise in minuti e secondi, e vennero contate da mezzogiorno e poi da mezzanotte. Mentre il tempo solare vero, misurabile direttamente con una meridiana, non ha una durata uniforme, l'ora solare media equivale alla 24° parte del giorno solare medio ed è divisa in 60 minuti primi, i quali sono a loro volta divisi in 60 minuti secondi. Naturalmente l'ora solare è locale, perché il passaggio del Sole sul meridiano dipende dalla longitudine: se un tempo il cambio dell'ora non era un problema grave, vista la lentezza degli spostamenti, oggi il fatto di dover regolare continuamente l'orologio la renderebbe inadatta a regolare la vita civile. Per avere un riferimento comune è stato fissato come tempo universale (T.U.) l'ora relativa al meridiano di Greenwich e la Terra è stata divisa in fusi orari estesi 15° in longitudine. All'interno di ogni fuso orario si ha la stessa ora civile, che corrisponde all'ora locale del meridiano di riferimento del fuso e che differisce dal quella di Greenwich per un numero intero di ore.

Il sistema solare: Leggi di Keplero




Le leggi fondamentali che descrivono le orbite planetarie sono state enunciate verso i primi anni del '600 da Johannes Kepler, il quale si avvalse dell'enorme quantità di osservazioni e di dati ricavati negli ultimi decenni del '500 dal suo maestro, l'astronomo danese Tyge Brahe.
Prima legge di Keplero
I pianeti percorrono orbite ellittiche quasi complanari, di cui il sole occupa uno dei due fuochi.
Il punto di massima distanza dei pianeti dal sole è detto afelio, mentre il punto di minima distanza è detto perielio. La linea ideale che congiunge afelio e perielio è detta linea degli apsidi. Le orbite presentano modeste eccentricità.
Seconda legge di Keplero
Il raggio vettore che congiunge il centro del sole al centro dei pianeti descrive aree uguali in tempi uguali.
La conseguenza più notevole di questa legge è che la velocità di rivoluzione dei pianeti intorno al sole non è costante, ma varia in relazione alla distanza, in modo che i pianeti accelerano avvicinandosi al perielio, mentre rallentano nel tratto che va da perielio ad afelio (in corrispondenza degli apsidi l’accelerazione è nulla, mentre la velocità è minima in afelio e massima in perielio).
Terza legge di Keplero
I quadrati dei tempi di rivoluzione (P) di ciascun pianeta sono proporzionali ai cubi del raggio medio dell'orbita (R) P2 = K R3.
Poiché si può dimostrare che il raggio medio dell’orbita è pari al semiasse maggiore a dell’ellisse la relazione può essere scritta P2 = K a3
La conseguenza di tale legge è che passando da un pianeta più interno (più vicino al sole) ad uno più esterno, la velocità di rivoluzione non è inversamente proporzionale al raggio (come avviene all'interno di una stessa orbita), ma al suo quadrato.

Fusi Orari



La Terra impiega circa 24 ore per compiere la rotazione di 360° e perciò ad ogni longitudine corrisponde un'ora diversa. In passato ogni paese aveva una sua ora nazionale: l'intera nazione si adeguava all'ora calcolata per il meridiano passante per la capitale. Nel 1893 è stato adottato il sistema dei fusi orari, ideato nel 1859 dall'italiano Quirico Filopanti. Fissato come meridiano zero il meridiano di Greenwich, sono stati definiti altri 23 meridiani, distanziati di 15° l'uno dall'altro. I 24 meridiani rappresentano i meridiani medi al centro di altrettanti spicchi della superficie terrestre, ognuno dei quali è un fuso orario che, per convenzione, ha l'ora del proprio meridiano centrale.
Quando a Greenwich è mezzogiorno, nel fuso a ovest sono le 11, perché a causa della rotazione terrestre qui il Sole arriva con una ora di ritardo. Nel fuso a est sono invece le 13, perché qui il Sole è apparso prima. I confini fra fusi orari vicini, naturalmente, per lo più coincidono con i confini degli stati e non con le rette dei meridiani; questa convenzione ha lo scopo di evitare che l'ora cambi all'interno di uno stesso paese.
Esistono tuttavia eccezioni dovute anche ad altri motivi: Francia e Spagna, per esempio, si troverebbero nel primo fuso, quello di Greenwich, ma utilizzano il fuso orario di Germania e Italia a causa degli stretti rapporti che le legano a questi paesi. La Russia invece, data la sua enorme estensione, possiede ben undici fusi orari differenti.
D'estate, inoltre, molti paesi introducono l'ora legale, che anticipa di un'ora quella del fuso.
Il meridiano opposto a quello di Greenwich rappresenta la linea del cambiamento di data. Chi attraversa la linea venendo da est verso ovest aumenta la data di un giorno.

Reticolato geografico


Riferimenti geografici
Al fine di individuare un punto sulla superficie terrestre in maniera univoca si utilizza un sistema di riferimento, analogo al sistema di assi cartesiani con il quale misuriamo le coordinate di un punto sul piano.
Gli assi di riferimento (analoghi all'asse delle ascisse e delle ordinate) sono stati convenzionalmente fissati nell'equatore e nel meridiano di Greenwich.
L'equatore è la circonferenza massima ottenuta dall'intersezione della superficie terrestre con un piano passante per il centro della terra e perpendicolare all'asse di rotazione terrestre. Tutti gli infiniti piani che intersecano la superficie terrestre parallelamente al piano equatoriale individuano altrettante circonferenze, di raggio via via minore man mano che ci avviciniamo ai poli, dette paralleli.
• intersecando la superficie terrestre con dei piani contenenti l'asse di rotazione terrestre si ottengono infinite circonferenze passanti per i due poli geografici. Ciascuna metà di tali circonferenze congiungenti il polo Nord al polo Sud è detta meridiano. Convenzionalmente il meridiano fondamentale di riferimento è quello che passa per l'osservatorio astronomico di Greenwich.
• L'insieme dei meridiani e dei paralleli forma una griglia detta reticolato geografico.

Coordinate geografiche: latitudine e longitudine



Come in un sistema di assi cartesiani possiamo individuare in modo univoco un punto sul piano attraverso due numeri detti coordinate che esprimono la distanza del punto (misurata perpendicolarmente agli assi) dagli assi x ed y di riferimento, così sulla superficie terrestre possiamo calcolare la posizione di un punto tramite le sue coordinate geografiche, la sua distanza cioè dagli assi geografici di riferimento (equatore e meridiano di Greenwich). Le coordinate geografiche prendono il nome di latitudine e longitudine. Trovandoci su di una superficie sferica, latitudine e longitudine si misurano in gradi e sottomultipli (1° = 60' ; 1' = 60'')
Così la latitudine di un punto P è la distanza angolare del punto dall'equatore misurata lungo l'arco del meridiano passante per P (cioè misurata perpendicolarmente all'equatore).
La longitudine del punto P è invece la distanza angolare del punto P dal meridiano di Greenwich, misurata lungo l'arco di parallelo che passa per P (cioè misurata perpendicolarmente al meridiano di Greenwich.
Normalmente sulla superficie terrestre vengono segnati solo i paralleli ed i meridiani di grado, cioè quelli che distano un grado l'uno dall'altro.
I paralleli di grado sono 89 a Nord dell'equatore (il polo Nord è un punto) e 89 a Sud dell'equatore (il polo Sud è un punto) per un totale di 179, equatore compreso.
I meridiani di grado sono naturalmente 360. La latitudine va dunque da 0° (equatore
a 90° Nord (polo Nord) e 90° Sud (polo Sud). La longitudine va da 0° (Greenwich) a 180° Est (antimeridiano di Greenwich) e 180° Ovest (antimeridiano di Greenwich).

venerdì 10 ottobre 2008

Presentazione Pianeta terra




Lavoro personale di Marco Pretelli I C ISS L. da Vinci
clicca sopra la foto

mercoledì 8 ottobre 2008

Per Orientarsi........

Dear earth this is for you




Alcune foto per conoscere il nostro pianeta.

lunedì 6 ottobre 2008

Presentazione



Terzo pianeta in ordine di distanza dal Sole, la Terra si è formata 4,5 miliardi di anni fa insieme a tutti gli altri corpi che popolano il sistema solare.
Essa ha una forma quasi sferica a causa delle differenti misure dei raggi, polare ed equatoriale, che provocando uno schiacciamento in corrispondenza dei poli Nord e Sud, le conferiscono l'aspetto di un globo dalle estremità appiattite (geoide).
La sua superficie totale, che ammonta ad oltre 500 milioni di kmq (30% massa continentale - 70% massa liquida), la si può suddividere in due emisferi separati dall'equatore:
- emisfero settentrionale o boreale - detto anche continentale perchè composto in gran parte dalla terraferma;
- emisfero meridionale od australe - detto anche oceanico perchè composto per la maggior parte da oceani.
La Terra come sappiamo è l'unico pianeta del sistema solare ad essere caratterizzato dal fenomeno della vita, per cui possiamo distinguere in essa una "biosfera", a sua volta così suddivisa:
- litosfera - la parte solida e quindi i 5 continenti Eurasia (Europa ed Asia), America (America settentrionale, centrale e meridionale), Africa, Oceania (Australia e le isole dell'Oceano Pacifico) ed Antartide;
- idrosfera - la massa liquida composta da mari (mediterranei o interni e costieri) ed oceani (Atlantico, Pacifico ed Indiano);
- atmosfera - l'involucro gassoso che avvolge il nostro pianeta composto per il 78% da azoto, per il 21 % da ossigeno e per il restante 1% da argon, anidride carbonica ed altri gas.
Morfologicamente invece la Terra è formata da strati di diversi materiali e densità, che sono stati studiati con trivellazioni del sottosuolo, ma soprattutto osservando l'attività sismica e vulcanica propria del pianeta. Rilevamenti dunque che hanno portato alla luce la struttura interna, che a partire dall'esterno verso la parte centrale è così composta:
- crosta - ricca di minerali, rocce eruttive, silicati, spessa un centinaio di km, forma uno strato che si estende anche al di sotto degli oceani;
- mantello - la parte intermedia, sede della materia che fluisce verso l'esterno sotto forma di lava, in cui si trovano strati di ossidi, silicati e solfuri metallici;
- nucleo - ricco di nichel e ferro, e caratterizzato da un diametro di 6000 km circa e da una temperatura di oltre 1000°C, è lo strato più interno e denso a cui sembra possano ricondursi le proprietà del magnetismo terrestre

Durata del giorno



Uno degli aspetti più affascinanti della Terra, l'alternarsi del giorno e della notte, è causato dal moto di rotazione terrestre che avviene in direzione da Ovest verso Est, attorno ad un asse passante per i poli Nord e Sud che risulta inclinato di 23,5° rispetto alla perpendicolare del piano orbitale, l'eclittica.
Giorno siderale e giorno solare
La durata dell'intero periodo che viene definito giorno, multiplo dell'unità di misura del tempo (il secondo), può essere espressa secondo due metodi diversi:
1. Giorno Siderale - intervallo di tempo compreso fra due successivi passaggi di una stella al meridiano e dunque dopo due allineamenti della Terra con la stella.
Dura 23 ore 56 minuti e 4 secondi;
2. Giorno Solare - periodo compreso fra due transiti consecutivi del Sole al meridiano e dunque dopo due allineamenti della Terra con esso. Dura 24 ore.
La differenza fra i due periodi è una conseguenza del contemporaneo moto orbitale del nostro pianeta attorno al Sole, che dopo aver compiuto un giro attorno al proprio asse di rotazione, si è nel frattempo spostato anche lungo la propria orbita facendo quindi variare anche la direzione di allineamento con il Sole. Ragion per cui, per riallinearsi nuovamente, la Terra deve percorrere ancora quell'altro tratto di orbita in più, che corrisponde appunto allo spostamento apparente e giornaliero dell'astro maggiore. Tutto questo non vale per le stelle, perchè queste sono talmente lontane che è possibile considerarle fisse.
Durata del dì e della notte
A causa della rotazione del nostro pianeta la superficie terrestre sarà quindi di volta in volta illuminata per un 50% e per la restante parte immersa nel buio. Tuttavia nel valutare questa caratteristica, almeno per quanto riguarda le rispettive durate del periodo diurno e di quello notturno, bisogna considerare anche l'inclinazione dell'asse terrestre ed il fatto che esso si mantenga sempre parallelo a se stesso durante l'intero moto di rivoluzione. Ogni parallelo della Terra verrà infatti tagliato dal circolo di illuminazione in maniera diversa a seconda del periodo dell'anno, e quindi della posizione orbitale, e della latitudine.

Infatti all'equatore (lat. 0°), dove il Sole è praticamente perpendicolare all'orizzonte, la durata del giorno e quella della notte saranno costanti tutto l'anno, di contro ai poli (lat. 90°), dove il Sole appare parallelo all'orizzonte, si avranno invece sei mesi di luce e sei mesi di buio, mentre alle latitudini intermedie tutto varierà proporzionalmente in funzione della distanza dall'equatore.

Moti della terra.


I principali moti della terra sono di rotazione e quello di rivoluzione; altri moti sono di precessione, di nutazione e di traslazione.
Rotazione
Il moto di rotazione è quello che la terra compie girando intorno al proprio asse da ovest verso est. L'asse terrestre è l'asse immaginario (che è inclinato rispetto al piano dell'eclittica di 66° e 33) che attraversa la terra tra il polo nord e il polo sud. Il periodo di tempo necessario alla terra per compiere una rotazione completa, prendendo come riferimento il sole è detto giorno solare che è pari a 24 ore. Al moto di rotazione sono dovuti vari fenomeno fra cui: la rotazione apparente da est verso ovest del sole e del cielo stellato, quando in realtà è la terra cha ruota intorno a se stessa da ovest verso est e l'alternarsi del giorni e della notte.
Rivoluzione
Il moto di rivoluzione invece è quello che la terre compie girando intorno al sole da ovest verso est. Durante questo movimento la terra descrive un'orbita ellittica (detta eclittica) di cui il sole occupa uno dei due fuochi. La terra, perciò, varia continuamente la sua distanza rispetto il sole. Nel punto più vicino, perielio, dista dal sole 147 milioni di chilometri, mentre nel punto più lontano, afelio, ne dista 152 milioni di chilometri. Il periodo di tempo impiegato dalla terra per compiere una rivoluzione completa si chiama un anno il quale dura 365 giorni 5 ore 48 minuti e 46 secondi. Il moto di rivoluzione da origine alle stagioni astronomiche che sono quattro: primavera, estate, autunno e inverno. La terra in questo moto intorno al sole, viene a trovarsi in quattro posizioni particolari nei giorni che segnano le stagioni astronomiche:

Precessione: Il moto di precessione consiste nel fatto che l'asse terrestre non si mantiene parallelo a se stesso durante il moto di rivoluzione, ma descrive nel cielo un cerchio attorno al polo dell'eclittica; questo moto non ha luogo lungo una circonferenza, bensì secondo una linea ondulata (moto di nutazione).
Traslazione:La terra compie infine un moto di traslazione tra le stelle con l'intero sistema solare.

Moto di rivoluzione e le stagioni.



Il fenomeno delle stagioni è causato dall'inclinazione dell'asse terrestre e dal moto di rivoluzione del nostro pianeta attorno al Sole. La Terra infatti, orbitando secondo una traiettoria di forma ellittica, descrive un piano che a sua volta viene chiamato eclittica. Durante questo tragitto essa mantiene l'asse di rotazione sempre parallelo a se stesso, toccando in determinati periodi dell'anno quei quattro punti fondamentali che segnano il principio di ciascuna stagione, e che perciò corrisponderanno ad altrettanti punti del percorso solare apparente essendo questo la proiezione celeste dell'orbita terrestre.
Stagioni astronomiche
Equinozio di Primavera - 21 marzo
» Inizia la primavera nell'emisfero boreale e l'autunno in quello australe.
» Al polo Sud inizia la notte polare, mentre al polo Nord il giorno polare.
» La durata del giorno e quella della notte sono uguali.
» Il Sole sorge e tramonta rispettivamente ad Est e ad Ovest, e passa per l'equatore celeste (punto d'Ariete).
Solstizio d'Estate - 21 giugno
» Inizia l'estate nell'emisfero boreale e l'inverno in quello australe.
» Al polo Nord il Sole rimane sopra l'orizzonte per sei mesi, mentre al polo Sud ne rimane sotto per altrettanto.
» La durata del giorno è massima nell'emisfero boreale e minima in quello australe.
» Le giornate iniziano a decrescere nell'emisfero boreale e a crescere in quello australe.
» Il Sole sorge a Nord-Est e, passando al meridiano alla distanza massima di +23,5°
dall'equatore celeste, tramonta a Nord-Ovest.
Equinozio d'Autunno - 23 settembre
» Inizia l'autunno nell'emisfero boreale e la primavera in quello australe.
» Al polo Nord inizia la notte polare, mentre al polo Sud il giorno polare.
» La durata del giorno e quella della notte sono uguali.
» Il Sole sorge e tramonta rispettivamente ad Est e ad Ovest e passa per l'equatore celeste (punto della Bilancia).
Solstizio d'Inverno - 21 dicembre
» Inizia l'inverno nell'emisfero boreale e l'estate in quello australe.
» Al polo Sud il Sole rimane sopra l'orizzonte per sei mesi, viceversa al polo Nord ne rimane sotto per altrettanto.
» La durata del giorno è massima nell'emisfero australe e minima in quello boreale.
» Le giornate iniziano a decrescere nel primo e a crescere nell'altro.
» Il Sole sorge a Sud-Est, passa al meridiano ad una distanza di -23,5° dall'equatore celeste e tramonta a Sud-Ovest.

Interazione tra le quattro sfere.


Idrosfera
La parte di crosta terrestre occupata dall'acqua si chiama idrosfera. Fanno quindi parte dell'idrosfera gli oceani, i mari, i fiumi, i laghi, i ghiacciai e le acque sotterranee. Il 94% dell'idrosfera è costituito da acqua salata. 
Il restante 6% è costituito da: acqua sotterranea, per circa il 4,3%; ghiaccio - sotto forma di calotte polari e ghiacciai, per circa l'1,7%; laghi, fiumi e acqua dispersa nell'atmosfera rappresentano soltanto lo 0,03%. L'acqua circola continuamente: dal suolo, dagli oceani e dai mari evapora e sale nell'atmosfera. Qui dà origine a differenti formazioni di nubi e ricade a terra come pioggia o, se la temperatura lo consente, come neve. Anche in superficie circola continuamente, attraverso i fiumi e i laghi, o infiltrandosi sottoterra, dove fluisce e talora provoca curiosi fenomeni come la formazione di grotte o di geyser
Atmosfera terrestre
è composta prevalentemente da azoto (78%) e da ossigeno (21%), con piccole percentuali di argo (0,9%), anidride carbonica e altri gas. Questo particolare miscuglio di gas costituisce l'aria. L'atmosfera costituisce un sistema dinamico molto complesso: movimenti e spostamenti sono responsabili dei diversi climi e del tempo metereologico, delle perturbazioni e dei venti..
L'atmosfera viene divisa in fasce, ognuna delle quali ha temperature e caratteristiche differenti.
La litosfera è l'involucro rigido della Terra. Costituita per lo più da rocce, ha uno spessore medio di un centinaio di chilometri ed è composta dalla crosta e dalla parte superiore, solida, del mantello. La parte sottostante del mantello (astenosfera), invece, è parzialmente fusa e rimescolata da moti convettivi.
La litosfera
è suddivisa in una ventina di grandi blocchi chiamati placche, o zolle. Questi vengono trascinati in direzioni diverse, dai moti convettivi dell'astenosfera. I confini tra le placche si presentano con differenti caratteristiche.
Biosfera  Parte del pianeta Terra in cui sono presenti gli organismi viventi, ovvero in cui si trovano le condizioni fisico-chimiche che rendono possibile la vita. Comprende una parte della litosfera (la superficie terrestre e il sottosuolo fino a poche decine di metri di profondità), la idrosfera (le acque continentali, i mari e gli oceani, comprese le fosse oceaniche che si considerano il limite inferiore della biosfera) e i primi strati dell’atmosfera (fino a circa 10 km di altezza, valore che si considera il limite superiore).
La biosfera
rappresenta il più elevato livello di organizzazione della materia vivente, se si considera la scala gerarchica che porta dalla cellula a strutture via via più complesse.